Ambiente, sacchetti di plastica e sporte di tela fai da te

Post pubblicato la prima volta in data 6.1.12

Lavoro al sicuro per i produttori dei sacchetti o mare inquinato dal petrolio? Sono queste le uniche alternative?

 

Bimbo che fa il bagno nella spazzatura in Jakarta



Mi riallaccio al mio post precedente Sacchetti Biodegradabili – Ambiente, WWF e la Polemica fra Legambiente e il Governo Monti per fornire un breve approfondimento a mo’ di Marzullo “Si faccia una domanda, si dia una risposta” sul tema.

Q:  Perchè la norma sui parametri di biodegradabilità dei sacchetti di plastica non appare nel decreto milleproroghe?
A: Il Governo ha fatto marcia indietro perchè ha ricevuto molte lettere e email da persone che si lamentavano del fatto che se il progetto fosse andato in porto, avrebbero perso il lavoro.


Foca che rischia lo strozzamento


Q: Quali sono i vantaggi e svantaggi di questa mossa?
A: Secondo alcuni, chi ci guadagna sono le piccole imprese, specie quelle del nord Italia, che non hanno fatto niente per l’intero 2011 per adeguarsi alle scelte del Governo (quando i sacchetti sono stati vietati), non hanno acquistato nuovi macchinari nè modernizzato quelli esistenti e non se ne sono preoccupati più di tanto. Infatti sanno che in Italia si fa un passo avanti e due passi indietro.

Gli svantaggi? Niente di preoccupante! Solo che il mare e l’ambiente in generale restano inquinati e continuano a sporcarsi sempre più, noi facciamo ancora il bagno in mezzo alla simpatica plastica (alias petrolio), gli animali muoiono soffocati a causa delle striscioline e pezzetti di plastica inghiottiti. Se ne  trovano in abbondanza in natura, nelle zone verdi, nei parchi e in montagna, sulle foci dei fiumi (formano addirittura dighe) e in mare.


Bambini che giocano sulla spiaggia
Voi mangereste il pesce pescato in questo mare? Forse gia' lo fate...


Q: Cosa dicono i piccoli imprenditori a riguardo?
A: Il portavoce di questa categoria di piccole e medie aziende che hanno deciso a priori e nonostante il decreto emanato a gennaio 2011 di non adeguarsi alle normative introdotte dal Ministero per l’Ambiente si chiama Maurizio Paratore, della Camar Plast. Paratore ci informa che le aziende sono piccole e non ce la fanno e che se i parametri di biodegradabilità fossero andati in porto non avrebbero potuto riaprire le loro fabbriche a gennaio. Afferma inoltre che i piccoli negozianti non vogliono la bioplastica e che piuttosto passeranno ai sacchetti di carta. Certo, i produttori devono soddisfare le richieste dei loro maggiori clienti. 


Albatros morto a causa dell'ingestione di plastica
Questo gufo non puo' volare


E io dico: ma chi se ne frega di cosa vogliono i piccoli negozianti? Ciò che conta è salvare l’ambiente e smettere di vomitare rifiuti inquinanti sul “piatto in cui mangiamo” e cioè il territorio che ci ospita.


Q: Qual’ è la soluzione ?
A: Il Governo e il Ministero dell’Ambiente avrebbero dovuto calcolare meglio i rischi collaterali prima di introdurre tale direttiva, invece di farla passare e dopo un anno mettersi a rivedere i criteri di compostabilità e dissolvenza per far sì che 20.000 persone non perdano il lavoro. Voi penserete che “col senno di poi siamo tutti bravi”. Ammetto che avete ragione, però siamo ancora in tempo per rimediare. Se è vero che i produttori di sacchetti velenosi per l’ambiente non possono permettersi di cambiare i loro macchinari, che sia lo Stato ad aiutarli attraverso finanziamenti.

 
Campione d' acqua dell' Oceano Pacifico


Q: Cosa sta facendo il Governo Monti a riguardo?
A: A parte aver “dimenticato” di inserire la norma nel millepropoghe, confermare poi tramite stampa che i sacchetti sono ancora vietati, accettare tacitamente che la maggior parte dei produttori di buste continui a sfornare  “macchine di morte”, il nostro Premier ha pensato bene di tagliare i finanziamenti al Ministero dell’Ambiente e di destinare al campo ambientale solo lo 0,7% del totale della manovra, passando da 5,653 miliardi di euro nel 2010 a 43,687 milioni nel 2011 (dati WWF).


Donne in India che rovistano tra la spazzatura pescata in cerca di qualcosa da vendere (credit A.S.Lobo)


Q: Cosa possiamo fare noi?
  • Usare solo borsette biodegradabili multiuso o di carta, utilizzare sporte di tela, di cotone, paglia, le retine, cestini e trolley che non danneggiano l’ambiente.
  • Portarsi la sporta da casa, tenetene sempre una o due in borsetta o in macchina. Piegatele bene così non occuperanno tanto spazio.
  • Non vergognatevi di tirare fuori le vostre borsette arrivati alla cassa. Sono le persone che ancora usano i sacchetti di plastica che si devono vergognare, non voi!
  • Create delle sporte di cotone o jeans e magari personalizzatele a vostro piacimento. Se vi ci affezionate, sarà più difficile dimenticarle a casa. Regalatele anche alle vostre amiche che non sanno cucire.
  • Usate le scatole di cartone che trovate al supermercato e arrivati a casa riciclatele correttamente. Potete chiedere alla cassa, le commesse sono sempre contente perchè significa meno lavoro per loro. 


 
Sporta di tela riutilizzabile mille volte


Per alcune idee originali, visita la pagina 10 tutorial per cucire una borsa di stoffa sul sito di mammafelice.it ma anche:



Approfondimenti:
- Leggi l’articolo Il testo del milleproroghe sul sito di ilsole24ore.com
- Leggi l’articolo Sacchetti biodegradabili contro buste di plastica: la norma sparisce dal decreto Milleproroghe sul sito di ambiente.liquida.it
- Leggi l’articolo Ambiente e Inquinamento – Tagli del governo e Apocalisse sul mio blog
- Leggi l’articolo Sacchetti di plastica, il giallo del Milleproroghe sul sito di guidambiente.it

18 commenti :

  1. speriamo che tutti abbiano inteso appieno il problema e che si comportino di conseguenza

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  2. conoscevo un ragazzo a dublino che ci teneva veramente a queste cose, si chiama noe'. una volta siamo andati a fare la spesa con lui per organizzare una cena ed ha tirato fuori dal suo zaino borsette di plastica per tutte noi, che eravamo 4. se proprio abbiamo in casa dei sacchetti di plastica non biodegradabili, rendiamoli utili a qualcosa, a parte inquinare, e usiamoli il maggior numero di volte possibile...

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  3. le bustine dovrebbero accompagnarci sempre e ovunque, quelle illegali e non bio, se ormai le abbiamo in casa, usiamole il piu' possibile fino a che non si rompono, e poi magari ricicliamole dandogli nuova vita. Si possono tagliare a striscioline e poi intracciarle per creare dei cestini per conservare aglio, cipolle e mollette per i panni. io conosco una signora che ci fa borsette intrecciando strisce di vari colori e vengono proprio delle cose carine. oltretutto sono waterproof!

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  4. Ciao, ho sentito che due italiani hanno inventato un tipo di plastica biodegradabile. Tu che sei una esperta ne sai qualcosa?

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  5. @Lilly Hai ragione, e' stato brevettato un nuovo tipo di plastica bio che no proviene da mais e cereali ed e' lo stesso biodegradabile al 100%. Ho preso spunto dalla tua domanda x scrivere un breve articolo sulle innovazione del 2011 ed ho incluso questa plastica. Vedi http://cecrisicecrisi.blogspot.com/2012/01/innovazioni-sostenibili-2012-rispetto.html

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  6. scandaloso, stiamo rovinando il futuro dei nostri figli... che schiffo

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  7. mamma mia.. a pensarci viene davvero la pelle d'oca!!

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  8. purtroppo tutto vero e la cosa più triste è che non penso che si raddrizzerà la situazione :(

    Io sono anni che uso le buste di rafia e di cotone per fare la spesa...non ti dico come mi guardavano all'inizio °_°....poi piano piano ho visto che in tanti hanno cominciato ad imitarci.., speriamo che si "convertono" tutti presto!
    Mariana

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    1. Anch'io lo spero.... e non ti dico come guardavano me in Irlanda...

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  9. Io la uso da sempre, perché in quarta elementare la mia maestra mi disse che potenzialmente per ogni sacchetto di plastica che acquistavamo avevamo un delfino sulla coscienza, e perché sono spilorcia, e i sacchetti di carta o mais che sia te li fanno pagare cari e salati!

    ciao Chiara

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    1. Mi sa proprio che la tua maestra aveva ragione... fossero tutte cosi' sarebbe meraviglioso. Anche il mio maestro ci parlava di ecologia e ci ha anche iscritto al WWF.

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  10. Cara Alex sto guardando il tuo blog e vedo quanto interessante è, ti ringrazio nuovamente di essere passata da questo vecchietto che vive nei ricordi del suo difficile passato. ciao e a presto rileggerti.
    Tomaso

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  11. ciao, grazie per la visita!
    Mamma mia.. sono rimasta davvero colpita da questa foto ed ho letto tutto il post.
    Hai fatto benissimo a ri-postarlo.. dobbiamo tutti prendere consapevolezza e dare il nostro apporto per non distruggere il mondo in cui viviamo.
    negli anni '90 in germania non 'erano più i sacchetti in plastica ma si girava con sacchi di tessuto per fare la spesa.
    vaty

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    1. Ma allora perche' cosi' tante persone le usano ancora? Io penso che al telegiornale si dovrebbe parlare di queste cose, invece del compleanno della regina inglese o di pettegolezzi!!

      Il mare e' una cosa di tutti e non e' giusto che questi bimbi nuotino nella plastica che noi abbiamo gettato!!!

      Grazie a te per essere passata. Continuero' a seguirti con piacere!
      Alex

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  12. Molto interessante questo articolo...io ormai da qualche anno uso solo borse di tela, e ho convertito anche i miei.
    Una cosa che mi ha fatto molto riflettere su questo argomento è quando quasi 2 anni fa lavoravo per una grande azienda della zona, e ho scoperto che le aziende possono pagare di più e NON fare la raccolta differenziata. E' pazzesco perchè noi separiamo i rifiuti scrupolosamente e cerchiamo di riciclare fino all'ultima briciola di carta...quelli in un giorno producono una quantità di rifiuti che la mia famiglia non eguaglia neanche in un anno e gli è permesso pagare per non separarli. Non so se lo sapevi, io sinceramente no e mi ha lasciata allibita...

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    1. No, non lo sapevo e non capisco come questo possa accadere in un paese civile come il nostro! Bah!!

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  13. trovo che sia assolutamente scandaloso che ogni volta che si parla di salvaguardia dell'ambiente si debba fare i conti con chi urla di posti di lavoro tagliati.
    I tagli ai posti di lavoro ci sono ormai da anni e i motivi sono ben altri (parlo da lavoratrice del settore, mi occupo di disoccupati!). La soluzione c'è e si chiama riconversione...certo, magari il primo anno il PROFITTO sarà un po' più basso, ma verrà bilanciato dai risultati degli anni seguenti...il problema è che non c'è una coscienza ambientale e, soprattutto, che agli industriali (grandi, piccoli e medi) italiani non importa un fico secco dell'ambiente (e men che meno dei lavoratori) l'importante è che il bilancio chiudia IN CRESCITA rispetto all'anno precedente.

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