Made in China ma Non Solo - Alla Faccia della Crisi, del KM 0 e della Globalizzazione


Siediti e guardati intorno. Che cosa vedi? Casa tua, il tuo studio, la tua craft room, le tue cose. Ora inizia da te stessa, da ciò che indossi. Domanda: da dove provengono i tuoi vestiti?

Tasto il mio pigiama e cerco l’etichetta. Legge “Dolci Sogni” ma ricordo di aver rimproverato chi me lo ha regalato perchè era Made in China. Le ciabattine? La scritta “Antiscivolo” sotto la suola ma non mi garantisce il Made in Italy. Il laptop l’ho comprato in Dublino dal sito della Dell (Made in Ireland). Sto sorseggiando il caffè da una tazza proveniente da Vietri. Controllo gli occhiali sul naso. Dice Fendi, Made in Italy. Fiuuu, almeno una cosa sono sicura che è fatta qui da noi.  

Ora provaci tu. Che provenienza hanno le cose che usi tutti i giorni? E quanti di questi oggetti sono stati importati?

Ieri mattina ho letto un post intitolato PER RIFLETTERE e che è riuscito nel suo intento come promesso e premesso. L’autrice si chiama Paola  ed è stata una delle prime blogger che ho conosciuto.

Sarà capitato anche a voi appena acceso il vostro blog di curiosare i blog altrui per capirci qualcosa di più su come impostare la vostra pagina, come rivolgersi a chi vi segue, copiare i widget usati dai più esperti eccetera.

Ecco, io grazie a Paola ho scoperto i giveaways, conosciuto paperblog che pubblica i tuoi post in automatico, visitato Liquida e conosciuto i blog gattari, tra i quali anche quello di Isa (e il suo magico mondo pieno zeppo di gatti e cani).

Di Paola ho ammirato soprattutto la dolcezza e umiltà nel raccontare i suoi sogni, speranze e impressioni quotidiane. I suoi versi e schizzi sembrano parlare direttamente al tuo cuore. La giusta dose di umorismo e riflessioni sarcastiche infilati tra le righe dei suoi post sono come frecciatine, ma poco avvelenate.

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La ragione di questo post? Farvi riflettere attraverso la lettura di PER RIFLETTERE e magari farvi una bella risatina interiore.


Luciano ha iniziato la giornata avendo regolato il suo
risveglio  (sveglia fabbricata in Giappone) alle
ore 6....


... mette i suoi sandali  (fabbricati in Brasile) e accende la televisione
(fabbricata in Indonesia) e poi ci si chiede ............
"Perchè  non si riesce a trovare un lavoro, qui in Italia ?!?".... 

Vi auguro una buona lettura....

Ora io mi chiedo, ma se scoppiasse la terza guerra mondiale (e tocco ferro e anche legno come si fa nel resto del mondo), l’Italia cosa sarebbe in grado di produrre??? Alla faccia del globalismo!


                                                         Foto: beijingtoday.com e designcouncil.org.uk

15 commenti :

  1. Io mi arrabbio soprattutto per i giocattoli e i vestiti dei bambini. Mi sentirei molto più tranquilla a saperli in qualche modo "made in Europe", e invece non è quasi mai così...

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    1. Ciao Mammabook, non so se hai visto la puntata di report (http://youtu.be/y6LG0Ra3u7s) dove si raccontava che gli italiani vendono i rifiuti ai cinesi, che vengono a prenderseli per poi scioglierli tutti insieme (senza alcuna differenziazione) e ne fanno giocattoli tossici che ci rivendono?

      Ti cito un articolo che ne parlava "...vengono sequestrati giocattoli e altri articoli in plastica provenienti dalla Cina contenenti sostanze chimiche pericolose per la salute che hanno una sola giustificazione per essere presenti nel manufatto: provenire da riciclo incontrollato di rifiuti speciali, da quelli industriali ai dispositivi medicali; tutti prodotti che andrebbero trattati con cura prima di un eventuale recupero." (http://www.plasticaverde.eu/index.php/joomla-overview/3-newsflash/440-il-riciclo-in-onda-su-report)

      e pensare che i bambini si mettono tutto in bocca indistintamente....

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    2. Ma infatti i giocattoli Made in China qui non entrano... quasi mai purtroppo! Riceviamo un sacco di giocattoli e vestiti usati dai nostri amici, è difficile mettersi a filtrare tutto. E la cosa che fa più rabbia è che sono le marche anche italiane a produrre lì, come la Chicco!

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    3. Porca miseria, non sapevo che anche la Chicco si fosse messa a fare ste schifezze!!!

      Mi raccomando, spargi la voce.

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    4. Sì sì, c'è scritto Made in China, però ti garantiscono che il giocattolo è assolutamente sicuro... sarà!

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    5. non ci restano che 2 opzioni:
      1. fidarti di loro (???)
      2. non comprare i loro prodotti (!!!)

      Io ne aggiungerei una terza che sto utilizzando per i prodotti che fanno test sugli animali.
      Io mando un'email alle multinazionali dicendogli che ho deciso di non acquistare i loro prodotti fino a che non smetteranno la sperimentazione sugli animali. Mando io, mandi tu...chissa' che ci ascoltino!!!

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  2. Ben detto Katia. Io ci sto provando, a farmi tutto da sola, ma ci vuole tempo e soprattutto tanta forza di volonta'....ti tengo aggiornata.

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  3. Mia cara, scusa se non sono arrivata prima: sono stata a letto quasi tutto il giorno perché mi sono buscata un raffreddore con tosse e febbriciattola che ammazza... ora ho guardato la posta e ti ho trovata: hai fatto un bel post. Grazie delle parole che mi dedichi, mi hanno commossa.. non sapevo di averti insegnato tutte quelle cose che dici, ma ne sono strafelice. Auguriamo per altro, che tanti riescano a riflettere e a ragionare nel modo giusto..una cosa che non ci aiuta è che troppe persone sono costrette a risparmiare, e comprano ciò che ritengono più conveniente...non a tutti piace rinunciare a un vesitino o a una pizza e, avendo pochi soldi ripiegano su prodotti esteri. Siamo messi male!!!! Ti abbraccio e grazie ancora

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    1. Paola,

      Mi dispiace molto che tu non stia bene. Sono sicura che ti riprenderai prestissimo!

      Mi hai insegnato tanto e neanche te lo avevo mai confessato...

      Mia madre e' una di quelle persone che citavi tu ed e' difficile farle cambiare abitudine dopo tanti anni a comprare prodotti cinesi.

      Oggi mi si e' sfilato un filo del pigiama in questione e le ho fatto notare che forse il bambino cinese di 6 anni, sfruttato dai suoi padroni e schiavizzato, non la sapeva fare tanto bene la cucitura. Ha fatto orecchie da mercante.

      Avvolte la gente pensa al suo risparmio personale senza rendersi conto che per costare cosi' poco, la manodopera e' sfruttatissima e che anche i bambini vengono tolti dalla scuola e messi a lavorare in condizioni molto precarie.

      A tanti dispiace, ma chiudono comunque un occhio o fanno finta di niente. Pensano che anche se non comprano il made in china, lo faranno comunque gli altri, quindi non fa differenza.

      Ma fino a che la penseremo tutti cosi' non c'e' molto che si possa cambiare....

      L'unione fa la forza...

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    2. Tra uno starnuto e l'altro confermo che l'unione fa la forza: tutti dovrebbero pensare come te e non giustificarsi dicendo che tanto, anche se loro non comprano ci sono gli altri che lo fanno.. sarebbe come dire, tanto anche se io non rubo, ci sono altri che lo fanno e quindi rubo anch'io...
      Bene ora , ancora due giretti e poi mi corico. Spero domani di stare meglio. Un bacione

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    3. Ciao Paola,

      Siamo daccordo su tante cose. Ognuno sia responsabile delle proprie azioni e non si nasconda dietro a generalizzazioni vane.

      A me non interessa adeguarmi alla massa. Preferisco essere chiamata sfigata ma almeno rispetto l'ambiente e gli animali, tutti, belli e brutti!

      Dai dai che sicuramente e' un'influenzina primaverile che passa presto presto.

      Un abbraccio,

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  4. io noto un degrado della qualità di tanti prodotti che prima era SCONTATO che fossero made in Italy... quando ti capitava qualcosa fatto in Cina o in India sentivi di aver preso una fregatura, mentre adesso la fregatura è all'ordine del giorno.
    Han chiuso i negozi quelli belli, quelli di una volta, quelli dove tutto era fatto a mano... e fatto bene.
    Io cerco sempre di fare attenzione a cosa acquisto, e soprattutto per l'abbigliamento, ci faccio attenzione 2 volte. Se proprio non trovo... resto senza. Amen.
    Mi piacerebbe sapermi fare le scarpe, perchè quelle purtroppo, sono una delle cose più difficili da trovare in giro che siano di buona qualità.

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    1. eh, farsi le scarpe...forse una volta si andava dal calzolaio che ti prendeva la misura e te le faceva secondo il modello da te scelto. Poi quando si rovinavano, gliele portavi e te le sistemava nuovamente.

      Ora con la globalizzazione e il consumismo sfrenato, il mestiere del calzolaio e' sparito e se vuoi le scarpe fatte su misura devi spendere 1000 euro.

      Come gia' detto in qualche post, io ho fatto voto di poverta' e da aprile scorso non mi compro piu' niente. Pero' ricordo che i prodotti dei negozi cinesi erano veramente di scarsa qualita'.

      Per i vestiti, neanche a parlarne! Mia madre era fissata e comprava roba cinese al mercato ma le sto facendo il lavaggio del cervello.

      E pensare che ammazzano i cani per mangiarne la carne e col loro pelo fare le pelliccette dei cappucci di giubbotti che vendono nel resto del mondo ....mi dispaice ma faccio volentieri a meno!!!

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  5. io solitamente faccio molta attenzione...a volte sulle cose per me sgrarro ma mai sui vestiti/giochi della polpetta.
    bel blog...

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    1. Ciao,

      Hai una polpettina? E come si chiama?

      brava, non comprare i giocattoli made in china che sono tossici!

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