SOS Animali – Le Colonie di Gatti dei Cimiteri Sono in Pericolo

Mi riallaccio al mio post precedente “News Animali Gennaio 2012 – Che Vita da Gatti...” per approfondire il tema dei felini randagi che vivono in colonie o nei gattili del mondo. Io che da sempre mi considero un’ esperta di gatti, perchè cresciuta insieme a loro e che non ho mai perso occasione per aggiungere altri trovatelli alla nostra allegra famigliola, devo ammettere che ignoravo completamente il mondo dei gatti randagi.




Quando vedi un gattino per strada, pensi sempre che abbia una casa, qualcuno che lo ama e che si prende cura di lui, salute e sostentamento inclusi. Pensi poi che l’esemplare che vedi in giro stia solo “sgranchendosi le zampe”, proprio come fanno i miei fratelli gatti che la mattina fremono e “grattano” la porta per uscire e rientrano a casa solo quando la fame li attanaglia.

 

DNA del gatto – sempre meno leone e sempre più cane

Dobbiamo fare uno sforzo e capire che per quanto i nostri amici felini vengano da sempre considerati bestiole indipendenti e un pò selvatiche, non è proprio così. Infatti, secoli di convivenza a stretto contatto con il genere umano hanno abituato i gatti a dipendere sempre più da noi e ad allontanarsi dai loro istinti felini più veraci. 

Il loro DNA si è modificato col passare del tempo e i gatti sono divenuti animali da compagnia proprio come i loro cugini cani. Insisto nell’affermare che la credenza che i gatti si possano nutrire di soli topi e uccellini e curarsi con l’erba gatta va sfatata al più presto.  



Il cane è il migliore amico dell’uomo. E il gatto allora?

I gatti hanno bisogno dell’uomo proprio come l’uomo ha bisogno delle loro fusa, strofinate e sviolinate affettuose. Chiunque abbia convissuto con un felino sa quanto siano coccoloni, di come si sforzino di comunicare con noi attraverso la posizione della coda e delle orecchie, di come ci dimostrino il loro affetto strofinandosi contro le nostre gambe o leccandoci il muso.  

I gatti sono animali molto sensibili che percepiscono le emozioni e vibrazioni che le persone provano in quel momento. 

Vi è mai successo di vedere i vostri gatti lasciare la stanza se una persona era arrabbiata o c’era un litigio in corso? Vi è successo poi di avere dei dolori di stomaco e che il vostro gatto vi saltasse in braccio e si mettesse a fare le fusa “vibrando” proprio sopra la vostra pancia funzionando meglio di un massaggio o della borsa dell’acqua calda

Ed è mai capitato che durante un film triste avete iniziato a piangere e il vostro gatto vi è subito saltato in braccio per coccolarvi? A me questi 3 esempi sono successi negli ultimi 3 giorni. A differenza del cane però, il gatto è più dormiglione (è un animale notturno e quindi vive di notte) e necessita dei suoi spazi per rilassarsi e riposare. Ma che c’è di male in questo?





Le colonie preferiscono i cimiteri

Sempre più spesso, i gatti randagi si riuniscono in branchi (a dimostrazione del fatto che l’unione fa la forza)  colonizzando aree più o meno grandi e disabitate dove poter coabitare pacificamente.  Secondo i dati forniti il novembre scorso dall’ AIDA&A (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), sono ben 2.000 le colonie feline che vivono nei soli cimiteri italiani, raggruppando in totale circa 50.000 gatti randagi.



Da dove arrivano questi randagi?

Vorrei sottolineare il fatto che molti di questi esemplari selvatici provengono proprio dalle famiglie che si dichiarano amanti degli animali, da genitori che regalano un micetto ai propri figli come fosse un’accessorio e che una volta perso il fascino del “giocattolino nuovo” viene fatto sloggiare da casa in malo modo o abbandonato per strada. 





La storia d’amore di Pippo e Micia e l’ostetrica Topogina

Anni fa per esempio, il mio gatto Pippo (RIP) si è portato a casa la sua fidanzata che era stata cacciata di casa dai suoi “padroni” perchè incinta. Camminava tutta claudicante e si vedeva che era stata maltrattata, presa a bastonate o a calci; mi ci è voluto non poco per far sì che si fidasse di me e si lasciasse accarezzare. 

Noi l’abbiamo accolta volentieri nella nostra famiglia, e nonostante le prime resistenze di mia mamma, Micia è diventata una di noi, e anche i cuccioli nati poco dopo. Dal non fidarsi di me all’inizio, ho poi svolto il ruolo di ostetrica durante tutto il travaglio di 7 ore, tenendola in braccio a pancia in su e massaggiandole la pancia verso l’esterno perchè spingesse. Durante il parto mi ha addirittura permesso di tagliare il cordone ombelicale. Un’ esperienza davvero indimenticabile.



La sterilizzazione combatte il randagismo

La sterilizzazione felina ha un’importanza fondamentale. Di fatto, e cito per l’ennesima volta l’associazione Animal Welfare, SE OGNI CANE O GATTO DI CASA FOSSE STERILIZZATO, IL RANDAGISMO NON ESISTEREBBE.”  


Silvia Viviani, fondatrice dell'Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina a Roma, scrive nel suo articolo intitolato Sterilizzazione che 
“E’ possibile, ora, sterilizzare gratuitamente gli animali liberi e abbandonati presso alcuni ambulatori ASL in ottemperanza alla Legge Regionale 34/97 e speriamo che quanto prima questi organismi si attrezzino e ricevano sufficienti fondi per operare al meglio”.

Ed ancora:
“Circa quindici anni fa’ è stato individuato il virus della FIV (Feline Immunodeficiency Virus) che è una deficienza immunitaria tipica della specie felina ed affine alla sua controparte umana ovvero l’AIDS. E’ ovviamente una malattia mortale che colpisce circa il 30% dei gatti liberi vaganti per le strade […] E’ stato accertato che tale malattia si contrae con il contatto contemporaneo di sangue e saliva infetti e che ne sono colpiti soprattutto i maschi. Perché? Più che evidente. Come avviene lo scambio di sangue e saliva infetti? Con un morso profondo. E chi si scambia morsi profondi? In genere i maschi che lottano per la conquista della femmina. Ecco perché la castrazione elimina o quanto meno riduce il rischio di diffusione di una tale malattia.”




L’importanza del censimento colonie

Solo alcune di queste colonie sono protette da associazioni onlus che lottano giornalmente per i diritti animali; molti gattini però sono anche lasciati alla mercé delle gattare che gli portano qualcosina da mangiare secondo le proprie disponibilità economiche ( e meno male che ci sono). 

È importante perciò segnalare anche le colonie più piccole mettendosi in contatto con l’ AIDA&A (email info@aidaea.it o per telefono). 

Solo attraverso interventi di tutela come il censimento, la sterilizzazione e le vaccinazioni obbligatorie per tutte le colonie effettuate dai veterinari pubblici a titolo gratuito si possono assicurare condizioni di vita migliori ai gattini randagi. E quanto se lo meritano...


Le colonie non registrate sono in pericolo

La nota dell’ AIDA&A introduceva anche la campagna a tutela dei gatti randagi che sempre più spesso vengono maltrattati o avvelenati all’interno dei cimiteri e cioè del territorio considerato “casa propria” e quindi zona sicura. 

I responsabili AIDA&A dichiaravano che “saranno anche denunciati senza mezzi termini alle forze dell’ordine tutti coloro i quali saranno trovati a maltrattare o a tentare di avvelenare i gatti" (fonte “Agenzia Dire”). 


Un esempio emblematico è la repentina scomparsa al termine del 2010 dell’intera colonia felina che viveva in un cimitero di Terracina. Da un giorno all’altro sono scomparsi più di 40 gatti che convivevano pacificamente con i visitatori del camposanto e  residenti, accuditi e nutriti dagli stessi. Si è ipotizzato un’ avvelenamento di massa ma non una sola carcassa è stata rinvenuta a testimonianza di ciò.



Per Approfondire:
Per contattare l’ AIDA&A (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) www.aidaea.it

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4 commenti :

  1. Sono daccordo con te, dobbiamo aiutare i nostri a-mici, chi trova un micio trova un tesoro!

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  2. Ottimo articolo! I gatti sono meno considerati dei cani, sfortunatamente, dal punto di vista dell'adozione e sento ancora molta ignoranza in giro in merito alla sterilizzazione, che spesso si rivela molto utile invece.

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  3. @lilly A volte i gatti sono proprio dei tesori, pensa che adottando Birba qualche mese fa mi ha aiutato dal punta di vista psicologico. Sai la cosidetta pet therapy? Io non ne so un gran che' pero' stando a contatto con un cucciolo di gatto e prendendomi cura di lei ha migliorato la mia condizione mentale. Dedicarmi a Birba, accarezzarla e giocando spesso con lei ha migliorato di molto la mia depressione. Ora sono completamente guarita, non ti preoccupare, ed e' soprattutto grazie a lei!

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  4. anch'io!!se vai al post http://cecrisicecrisi.blogspot.com/2012/01/video-divertenti-con-animali.html

    puoi vedere l'ultima gattina che abbiamo accolto in casa, si chiama birba ed e'...una birba davvero!

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